Scontro generazionale, più che comprensibile

Scontro generazionale, più che comprensibile

Noi anziani ci lamentiamo spesso del fatto che i giovani non ci ascoltano, anzi che ci mettono in discussione o peggio, che ci disprezzano. Paragoniamo la nostra gioventù e il rispetto che portavamo ai vecchi a quello che succede oggi. Dove le persone anziane, i loro consigli, la loro esperienza contano, troppo spesso, assai poco.

Ci sono ragioni diverse dietro questa fattispecie. La prima sta nell’iperbolico sviluppo tecnologico, con la rete di internet che, se usata con cervello, fornisce tutte quelle informazioni che un tempo appartenevano ai libri, ai giornali e alle persone anziane intelligenti. Il giovane, oggi, trova in rete tutte le dritte di cui ha bisogno. Legge, in genere, poco. Libri e giornali galleggiano ancora perché hanno saputo utilizzare lo strumento  di internet e sfruttarlo a loro vantaggio ma non siamo lontani dalla quasi estinzione della comunicazione cartacea. La seconda ragione sta nel fatto che i nostri vecchi, i nonni e i bisnonni dei nostri figli avevano rischiato la vita per darci un mondo migliore e, indubbiamente, ce lo hanno dato. Si pensi solo alle tragedie delle guerre, soprattutto di quella civile che ha messo fratelli contro fratelli.

Cosa abbiamo fatto noi per i nostri giovani? li abbiamo fatti studiare, abbiamo cercato di dare loro una vita meno faticosa della nostra, di raddrizzare le strade, di eliminare le salite, fino a quando essi si cono accorti che  per crescere dovevano necessariamente faticare. E hanno scelto di farlo da soli. In generale li abbiamo iperprotetti ottenendo il risultato di farli maturare più tardi e di far sembrare loro la vita come un’eterna vacanza. Non in tutti i casi ovvio. Ma di certo in una percentuale superiore alla metà.

Ma il delitto più grave che abbiamo commesso è stato quello di smantellare o quasi il sistema sanitario e quello pensionistico. Fino a 15 anni fa avevamo una sanità eccellente in Italia e l’Inps era solidissima. Ora la sanità varia da regione a regione ma per molte regioni è decisamente scadente. Perché? Semplicemente perché ne abbiamo abusato. Nel campo delle pensioni abbiamo vissuto per troppi anni “godendo” delle baby pensioni, di anni di contributi regalati, creando un esercito di adulti in pensione. I quali per ingannare il tempo hanno continuato a lavorare, spesso in nero, rubando lavoro ai giovani. Nel campo sanitario abbiamo abusato di esami clinici, diagnostici, di medicine avute gratuitamente, di ospedalizzazioni spesso non necessarie e di altri scempi, pesando gravemente sulla spesa sanitaria. Colpa anche di una classe medica di base di basso profilo.

Dovrebbero i nostri giovani ringraziarci e rispettarci per questo? Proprio ora che con gli stipendi che corrono all’indietro e con la disoccupazione giovanile intorno al 40 percento, i più fortunati, quelli che hanno un lavoro, intravedono la pensione intorno ai settantacinque anni con un assegno, secondo i calcoli attuali, non superiore ai mille Euro?

Decidete voi.

Ligure

One thought on “Scontro generazionale, più che comprensibile

  1. Lucia

    Preg.mo Ligure,
    voglio essere spicciola e lineare, ma l’argomento è interessante e molto profondo; avrei un libro da esporre, ma in poche righe Le posso dire che
    non incolperei gli attuali anziani per questo caos che tocca tutti i pilastri delle certezze; sanità, pensioni e altro. Casomai ritengo che siano stati inseriti nelle alte sfere, per intenderci in postazioni di comando, persone incapaci a governare il nostro paese. Il dio denaro ha comprato tutti. Molti giovani non ascoltano i consigli perchè l’ascolto è morto, morto e sepolto. All’ascolto ci si accosta piano piano, prima ascoltando il nostro corpo, poi , raggiunta una certa maturità affettiva, trasferendo l’interesse verso gli altri. Tutti. Ecco, proprio il saper tacere per entrare nel pensiero, inteso come esigenza dell’altro, si impara a comprendere che cosa intende riferirci. Ad ascoltare ci insegnavano i nostri vecchi nel momento in cui ci dicevano di stare zitti e di ascoltare. Questo era il primo passo per misurare il tempo fisico con le nostre armi. Per questo noi abbiamo imparato che ogni cosa ha la sua attesa e il suo spazio. Non tutto subito. Non immediatamente. Le cose immediate sono immagini che non toccano il lato esperienziale. Qui mi inoltrerei in un percorso infinito e non voglio essere logorroica e noiosa. Per dirLe che se ai giovani non insegniamo l’ascolto, con tanto di occhi negli occhi, essi non impareranno neppure che cosa sia l’amore…e un mondo senza amore verso l’altro, è un mondo gelido e freddo avvolto dalla coltre del maligno.

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